Ventennale IATT – COMUNICATO STAMPA


La Italian Association for Trenchless Technology (IATT) compie 20 anni

Era il 1994 quando un gruppo di imprenditori e di dirigenti di importanti società dei servizi ebbe l’idea di fondare un’associazione italiana che promuovesse delle tecnologie del tutto innovative, per la posa delle infrastrutture nel sottosuolo.

Questi uomini lungimiranti avevano presenziato a diversi eventi internazionali sul tema delle tecnologie no dig e, analogamente a molti altri Paesi europei ed extraeuropei in quegli anni, ne avevano capito appieno le potenzialità.

Accettarono così la sfida – che si preannunciava già in salita – di diffondere a livello nazionale quelle tecnologie che avrebbero sostituito gradualmente i tradizionali scavi a cielo aperto, riducendo drasticamente l’apertura delle trincee, il consumo e la movimentazione dei materiali dalle cave e verso le discariche, i ripristini, i disagi alla circolazione, l’inquinamento acustico e atmosferico, oltre che i potenziali danni alle infrastrutture e gli incidenti sui cantieri.

A vent’anni da allora, possiamo senz’altro affermare che quella “salita” è stata una vera arrampicata e che, forse, ancora non abbiamo raggiunto la vetta.

In Italia, infatti, a differenza di molti altri Paesi, non è stato facile il “cambiamento”: le collaudate tecniche tradizionali, percepite come affidabili e sicure rispetto a quelle innovative, ne hanno lungamente limitato lo sviluppo, nonostante gli evidenti benefici derivanti dall’utilizzo di queste tecnologie.

Forse solo con l’attuale periodo di crisi economica e finanziaria, molti imprenditori, molte aziende ma anche gli Enti locali, nella ricerca di soluzioni economicamente più vantaggiose, hanno cominciato ad orientarsi verso tali tecnologie che permettono la posa e la manutenzione di tutte le reti dei sottoservizi (gas, acqua, fogne, energia, telecomunicazioni) a costi nettamente inferiori rispetto agli scavi a cielo aperto, soprattutto se si considerano nel computo totale dei costi anche quelli socio-ambientali.

 

Ma nel corso di questi 20 anni, chi ha guidato la IATT non si è mai arreso e, oggi, la validità di queste tecnologie è riconosciuta a veri livelli istituzionali: dal punto di vista legislativo, vengono indicate come prioritarie per lo sviluppo delle reti di TLC nel Paese e fortemente incentivate dalle Amministrazioni Pubbliche che ne apprezzano il basso impatto sulla collettività.

IATT ha, così, assunto un ruolo sempre più importante a livello nazionale (ma anche internazionale) ed è diventata il riferimento per chi opera nel settore ed un interlocutore di rilievo per le strutture di governo.

Chi ha creduto in queste tecnologie, oggi ha acquisito un’esperienza ed una professionalità spendibili anche all’estero e in questo IATT ha contribuito in maniera decisiva, facendo della formazione e della qualità delle imprese, la propria mission.

Molto è stato fatto ma ancora molto c’è da fare: il processo di cambiamento non è ancora compiuto e le tecnologie, per questioni ancora culturali, sono tutt’oggi poco impiegate, soprattutto in alcuni settori dove il loro utilizzo risulterebbe invece vincente o altamente competitivo.

IATT è proiettata in avanti ed è determinata a scardinare quelle reticenze che frenano ancora lo sviluppo del nostro Paese. Sarà interessante riparlarne tra altri 20 anni.

 

Paolo Trombetti

Presidente

 

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