La sostenibilità economica, ambientale e sociale delle tecnologie trenchless è evidente. Prendiamo in considerazione singolarmente le tre variabili della sostenibilità in relazione alle tecniche più diffuse già trattate (HDD, microtunnelling e minitrincea).
Vantaggi economici
Dal punto di vista strettamente tecnologico, legato alle fasi lavorative, i vantaggi economici dell’introduzione delle tecniche no-dig derivano principalmente dalla riduzione e dalla certezza dei tempi di esecuzione dei lavori, dalla estrema riduzione del fronte di scavo e degli approntamenti di cantiere necessari, dal minor costo di percorrenza dei mezzi pubblici e privati che transitano nei pressi del cantiere. Tutti risparmi che compensano abbondantemente l’ammortamento degli investimenti iniziali effettuati da parte dell’azienda (macchinari complessi e specializzazione dei lavoratori) e la spesa conseguente alla necessità di effettuare indagini preventive accurate sullo stato del sottosuolo (Georadar o geoelettriche).
In particolare la riduzione del fronte di scavo è il parametro più rilevante, considerando che, nel caso della perforazione orizzontale guidata, lo scavo a cielo aperto non esiste, essendo limitato all’ingresso e all’uscita delle tubazioni, dove stazionano le macchine di scavo automatizzato, mentre nel caso della minitrincea le ridottissime dimensioni dello scavo comportano un risparmio rilevantissimo, rispetto allo scavo tradizionale.
Inoltre, il minor costo di percorrenza dei mezzi pubblici e privati che transitano nei pressi del cantiere, derivante dal risparmio del carburante e dei tempi di percorrenza, è stato stimato, in percentuale, pari al -74% rispetto al cantiere tradizionale.
Vantaggi ambientali
Dal punto di vista ambientale i vantaggi sono ancora più marcati, e sono tutti conseguenti alla eliminazione, o estrema riduzione, del fronte di scavo a cielo aperto:
- ridottissima presenza di materiale di scarto da smaltire e di materiale nuovo per il ripristino (solo ingresso ed uscita macchina per HDD e microtunnelling, stime di un -90% per la minitrincea rispetto allo scavo tradizionale);
- minori emissioni di sostanze nocive in fase di produzione per uso di materiali (bitumi, collanti, ecc) e soprattutto di energia necessaria durante la fase produttiva, particolarmente per l’impiego di macchine (carburante ed emissioni associate; stima -86% per HDD/microtunnelling e -75% per minitrincea);
- emissioni molto minori derivanti dalla riduzione dei tempi di percorrenza del traffico veicolare circostante (stima -75% per HDD/microtunnelling e -74% per minitrincea).
Una stima complessiva degli impatti ambientali associati alle tecniche HDD/microtunnelling e minitrincea porta a riduzioni, rispettivamente, dell’84% e dell’82%.
A questi aspetti sono da aggiungere quelli connessi all’efficienza energetica rappresentata dalle tecnologie no dig nella tabella seguente viene espressa, in consumi di TEP (Tonnellate Equivalenti di Petrolio) tale caratteristica confrontando lo scavo tradizionale, la perforazione orizzontale guidata, la minitrincea nella realizzazione di un impianto di un km di lunghezza:
Questi valori si traducono poi in Titoli di Efficienza Energetica (TEE o Certificati Bianchi), che possono essere scambiati nel settore energetico.
Vantaggi sociali
I costi sociali delle operazioni di scavo a cielo aperto sono rilevanti: da quelli sopportati dalla collettività per l’approntamento di cantieri di grandi dimensioni aperti per lungo tempo, a quelli che gravano sui lavoratori (ed ancora, indirettamente, sulla collettività) per gli elevati rischi di incidenti/infortuni che possono verificarsi in questa tipologia di lavori, fino ai costi legati al probabile ricorso a manodopera scarsamente qualificata, associato spesso ai lavori “a basso contenuto tecnologico ed elevata intensità di manodopera”.
Per contro, l’impiego delle tecniche no-dig comporta la quasi totale eliminazione di tutti questi costi sociali:
- per la drastica riduzione del fronte di scavo e del cantiere a cielo aperto, che elimina la fonte dei disagi collettivi;
- per la forte riduzione dei rischi di incidenti/infortuni che possono verificarsi nel cantiere, dove l’unico rischio residuo rimane quello derivante dal corretto uso delle macchine, che può essere minimizzato con una specifica formazione professionale degli operatori;
- per la eliminazione dell’impiego di manodopera scarsamente qualificata, essendo questi lavori “ad elevato contenuto tecnologico ed altamente specializzati”.
Al bilancio, totalmente positivo, che possiamo trarre dal confronto tra l’impatto delle tecniche no-dig rispetto allo scavo tradizionale, dobbiamo poi aggiungere una considerazione di carattere più generale, riguardante l’effetto positivo generato sul sistema economico, e su quello delle costruzioni in particolare, derivante dalla industrializzazione del processo produttivo, dalla strutturazione e qualificazione delle imprese coinvolte, dalla specializzazione degli operai, dalla opportunità di sviluppo di una filiera di produzione delle macchine di scavo, che in Italia ha un suo distretto produttivo rilevante nel corridoio adriatico tra Emilia Romagna e Marche, ma che fatica a competere nel contesto internazionale.