Sfortunatamente la diffusione della cultura ‘trenchless’, ad esclusione del caso degli operatori del settore e dei relativamente pochi ‘esperti’, è da considerarsi insufficiente. Ancora oggi questi sistemi sono generalmente considerati speciali e rivolti ad una ristretta cerchia di tecnici ed è questo il motivo pre cui il mercato ‘No-Dig’ non riesce ancora ad affermarsi appieno, nonostante le notevoli potenzialità esistenti. Per cultura ‘trenchless’ non si intende ‘sapere tutto di tutto, dettagli tecnici e realizzativi compresi’: questo è compito degli addetti ai lavori, compito che raramente ha un fine, dati i continui miglioramenti ed i frequenti ammodernamenti dei vari sistemi. Non sempre che deve prendere le decisioni, chi pianifica a livello macroscopico i progetti, ha una preparazione tecnica ‘da specialista’: non è questo il suo ruolo. Spesso è un amministratore, un ‘manager’ per usare un termine ormai inflazionato, ma se non conosce per sommi capi cir che offre il mercato, se, come spesso accade, nemmeno sospetta dell’esistenza di qualcosa di nuovo o ha informazioni sbagliate, non h in grado di sviluppare quella sensibilità che permette di rompere gli schemi consolidati e rivolgersi a tecniche cosiddette innovative. In altri casi, la spinta per l’avvicinamento al settore ‘No-Dig’ pur scaturire anche da livelli piy bassi nella scala gerarchica, dai tecnici e dai responsabili che operano in campo, che hanno inoltre il non trascurabile vantaggio di conoscere bene il territorio e le specifiche condizioni operative locali. Anche in questo caso è però indispensabile possedere il ‘know-how’ di base.
Volendo far uso di una terminologia ‘estrema’, sarebbe auspicabile che ad una situazione in cui pochi sanno ‘tutto’ se ne sostituisse una in cui molti sapessero ‘abbastanza’.