Le tecnologie no-dig, o trenchless tecchnology, di cui la IATT – associazione senza fini di lucro – promuove la conoscenza, la sperimentazione e la diffusione in Italia, sono anche dette tecnologie “a basso impatto ambientale” – come ultimamente si preferisce denominarle, in virtù dei risultati di studi autorevoli che hanno dimostrano come il loro impiego riduca i costi sociali/ambientali dell’80% (fonte TILab su modello di impatto ambientale elaborato dalla Federazione delle Industrie Svedesi) e l’infortunistica sui cantieri del 67% (fonte INAIL).
Come suggerisce il nome, le tecnologie “no-dig” sono tecnologie che permettono di effettuare la posa, l’esercizio e la manutenzione delle reti dei sottoservizi riducendo al minimo, o eliminando del tutto, lo scavo a cielo aperto e, rispetto a questo tipo di intervento, hanno l’evidente vantaggio di ridurre:
- la movimentazione di materiale (ad esempio il conferimento del materiale di risulta in discarica);
- il traffico di mezzi pesanti;
- il tempo e lo spazio di occupazione del suolo pubblico;
- l’effrazione del manto stradale;
- l’impatto sulla viabilità;
- le interferenze con attività commerciali, residenziali o di svago;
e di offrire:
- maggior sicurezza al cittadino grazie all’eliminazione dei pericoli legati a scavi aperti;
- tutela della manodopera in termini di sicurezza (condizioni dei cantieri meno gravose).
Le tecnologie a basso impatto ambientale, alternative a quelle tradizionali di scavo – adatte sia per la posa che per il risanamento di infrastrutture esistenti – sono tecnologie, al contempo, più economiche, ugualmente affidabili e meno invasive soprattutto in termini di disagio sociale e di degrado della pavimentazione stradale.
La loro convenienza appare tanto più evidente quando, nella valutazione complessiva dei costi, si tenga conto anche dei costi sociali. Infatti, non solo le tecniche permettono di risparmiare in termini di costi di realizzazione, ma comportano anche uno spostamento dei costi da attività non compatibili con l’ambiente ad attività eco-compatibili.
Queste tecnologie trovano diversi campi d’impiego e non sono nuovissime, anche se in Italia se n’è sempre fatto scarso ricorso, preferendo tecniche di intervento tradizionali.
Convenzionalmente si suddividono in cinque gruppi sulla base delle loro caratteristiche:
- indagini conoscitive;
- perforazioni orizzontali guidate
- perforazioni orizzontali non guidate
- tecnologie associate
- riutilizzo e sfruttamento di infrastrutture esistenti
Ciascuna tecnologia è illustrata nelle pagine dedicate del sito con riguardo all’ambito di applicazione, ai vantaggi di impiego, nonché ai limiti applicativi.